“Supra ‘na petra mi vogghiu ssittari”

Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella

“Supra ‘na petra mi vogghiu ssittari”.

È una parte di ritornello di una vecchia canzone popolare che prosegue con “e notti e jornu mi cantu canzuni”.

La pietra vista come una comoda panchina dove cantare è un infinito piacere.

Oggi, quindi, riflessione sulla pietra, partendo da uno spunto nato sulla spiaggia.

Le pietre importanti: quella del sepolcro, quella divenuta testata d’angolo, la prima pietra, quella da non scagliare, la pietra da attaccarsi al collo, per coloro che scandalizzano, la pietra di Pietro, sul quale è stata fondata la Chiesa.

E poi c’è la pietra dietro la porta “arretu a porta na petra vi misi, buon capudannu e buon capu di misi” canzone di Otello Profazio, e come dimenticare “Se sei bello, ti tirano le pietre, se sei brutto te ne tirano di più”.

E continuiamo con “metterci una pietra sopra “, “togliersi la pietra dalla scarpa” , ” tira a petra e mmuccia a manu”, per non dimenticare “Pietra kappa, Pietrasanta, Pietrastorta, Pietrapennata”.

Oggi, però, voglio concludere questo pensiero dando risalto alla pietra più ricercata in questo periodo, quella necessaria per ancorare l’ombrellone. Sembra strano ma può generare stress, soprattutto quando tira vento…pare che dal prossimo anno alcune aziende produttrici di ombrelloni, la daranno in omaggio con l’acquisto dello stesso.

Buona domenica e buone ferie. Ci “riflettiamo” a settembre, sperando nella continua evoluzione dell’uomo, che si vada leggermente oltre la stupenda età della pietra.