Anselmo o Sofia? Incredibile realtà

Le riflessioni domenicali di Angelo Latella 

Vorrei esprimere il mio pensiero sulla vicenda “nazionale” della piccola Sofia, la neonata rapita in una clinica a Cosenza, la scorsa settimana, nel mese di gennaio 2025…si gennaio del 2025, per intenderci, per svegliarci.

Ennesima storia di un amore disturbato, malato, che architetta strategie da film, nove mesi di finzione, di consulti internet, di bugie, di sogni nel cassetto, di quelli difficilmente realizzabili : diventare una mamma “abilmente abusiva”, ossia avere un figlio (maschio) ad ogni costo.

E così Sofia diventa Anselmo per una dozzina d’ore.

Una comunità di amici e parenti, ingannata per mesi, gioisce, ignara, per un paio d’ore.

La protagonista di tutto? Una donna desiderosa di diventare mamma, una mamma con tutte le carte in regola, magari con carte false, non una di quelle che perde anni di tempo per pratiche d’affido o d’adozione.

La protagonista non guarda in faccia nessuno, la sua voglia di maternità si basa forse sull’ipotesi che “i figli potrebbero essere di chi li cresce e non di chi li fa”.

La protagonista non ha minimamente pensato al dolore dell’altra mamma, quella vera, se l’avesse fatto io non sarei qui a scrivere e lei non sarebbe, molto probabilmente, dietro le sbarre.

Non ha minimamente pensato che essere mamma non è solo “possedere” un figlio, è molto complicato spiegare cos’è realmente una mamma.

La protagonista sembra comunque avere carenze affettive, con la dipartita di papà Anselmo, un figlio, un altro Anselmo, potrebbe amarla senza riserve, come un padre ama una figlia.

La protagonista ha sbagliato e merita comunque tanta compassione. Molte altre donne, meno famose, sono però tristemente protagoniste, nei reparti di ginecologia degli ospedali, loro però non finiranno dietro le sbarre.