Attendiamo la Pasqua, pensando a Natuzza

Le riflessioni di Angelo Latella

La riflessione di oggi nasce dal periodo che viviamo, stiamo attraversando la Quaresima, tra due settimane sarà Pasqua, e ovviamente la cosa riguarda soprattutto i cristiani cattolici, i credenti in Cristo Gesù.

In molti abbiamo seguito le vicende di Paravati che per più di cinquant’anni hanno avuto per protagonista (ma lo sarà per moltissimo tempo ancora) Natuzza Evolo, la mamma di tutti, veniva chiamata così.

Lei viveva la settimana Santa con particolare dedizione e “dolori”, e nel restante periodo dell’anno riceveva i suoi “figli”, senza alcun compenso e senza orari d’ufficio, figli, nipoti, fratelli e sorelle che cercavano risposte, che cercavano conferme, che cercavano le anime dei morti e anche dei vivi.

Vedo e sento gente che invita a leggere libri, perché leggere fa bene. Lo voglio fare anch’io: comprate uno dei libri che parlano di Natuzza Evolo e leggetelo.

Vi farà bene. Lo consiglio a tutti, anche a chi non crede. Chi non crede potrebbe cambiare idea, non la rafforzerà di sicuro.

Aver conosciuto Natuzza può essere stato, per tanti ma anche per pochi, uno strumento di conversione, lo stesso effetto potrebbe farlo un libro che parla di lei.

Dopo 2000 anni, questo Dio, per molti assente e per altri stanco, continua a cercare collaboratori, e continua a farlo nella povertà (di tasca e di spirito), Dio continua a cercare le sue creature per spiegare il dono della vita, o se preferite, di una vita, una vita intesa come unicità individuale, intesa come eternità. Il bello della vita è l’eternità.

E ogni volta che a Cutro tirano fuori dal mare un corpo, uno solo, apparentemente privo di vita, ci consola l’eternità.

Dietro ogni morte che riteniamo ingiusta, è l’eternità che ci rincuora, che ci spinge ad andare avanti. Essere venuti al mondo è un bel dono, per tutti, per quello che vediamo e per quello che ci aspetta.

Comprate un libro che parla di Natuzza, vi sarà d’aiuto più del pane.

(Nella foto quello che ho letto io).