Cani e uomini, ieri e oggi

Le riflessioni domenicali di Angelo Latella 

Dopo gli episodi (ennesimi) che hanno visto ad Acerra, in Campania, la tragica morte di una bambina di nove mesi, e a Firenze il ferimento di un neonato di appena 15 giorni e del suo papà, il tutto ad opera di “più” cani, mi sono fermato a riflettere sui tanti cambiamenti della vita sociale, che vede protagonisti appunto gli uomini e i cani .

Quand’ero piccolino mia nonna aveva, oltre a dieci figli, un cane, si chiamava Bobby, e “viveva” sotto casa, nella sua cuccia artigianale costruita da mio nonno.

Bobby mangiava (e beveva nelle sue ciotole) gli avanzi dei pasti umani … quando si cucinava si teneva più o meno conto che venisse fuori anche la porzione per il cane.

Bobby era legato “alla buona” con un guinzaglio molto ma molto economico, e quando si affacciavano nei paraggi i gatti, s’arrabbiava, abbaiava a più non posso tirando quella “lurida” corda.

Non aveva microchip e credo nemmeno alcuna vaccinazione. Bobby era felice, si sentiva amato, e ricambiava, scodinzolando spesso, a chiunque. Bobby faceva quella che sembrava una normale vita da cane.

Oggi? I cani sono stati umanizzati, vivono nelle case, in ogni parte della casa, mangiano cose che bisogna comunque comprare solo per loro, indossano microchip e guinzagli di alta qualità, direi comodi e di “marca”… guardano la TV, fanno la cacca ad orario e scodinzolano ai gatti.

I cani oggi, in poche parole, sono amati più dei figli, anzi li sostituiscono.

Le solite domande ci attraversano: è più semplice amare i cani? È più semplice essere amati dai cani?

Una cosa è certa, la vita dei cani è cambiata, è migliorata parecchio, nessuno si potrà più offendere quando gli diranno “fai na vita i cani”.