Il più grande male? L’indifferenza

Le riflessioni domenicali di Angelo Latella 

Tra le tante cose dette (e poi scritte) da Madre Teresa di Calcutta, troviamo proprio questa frase, ma tanti altri scrittori, poeti, semplici intellettuali hanno parlato dell’indifferenza.

Essere indifferenti significa essere “freddi”, essere “menefreghisti”, essere curanti solo del proprio orticello. Mia nonna sapeva rendere chiaro il concetto dell’indifferenza, diceva sempre : “un parmu fora du me culu, mi futti cu voli”, tradotto “un palmo lontano dal mio didietro, che faccia l’amore chi lo desidera”.

L’argomento ovviamente è sempre quello attuale, la guerra, i morti, l’eterna ingiustizia, e tutte le altre ingiustizie rimaste tali.

Chi potrebbe fare qualcosa che fa ? Continua a fregarsene , continua a sedersi a tavola, riesce ancora a mangiare, magari guardando il telegiornale, e quasi tutti aspettano Dio, tanto qui le bombe non arrivano, siamo lontani…e chiudo sempre con mia nonna : “non diri mai, ieu i st’acqua non ndi mbiu” e con Jane Goodall: “L’indifferenza è la via più rapida verso la perdita di umanità” , ha detto la scienziata di fama mondiale, amante della natura e studiosa del regno animale, in particolare degli scimpanzé.