L’amore di Giuseppe De Nava per la sua Reggio Calabria – di Biagio D’Agostino

 

Una delle più eminenti figure della città di Reggio, nella sua storia recente, è stato senza dubbio Giuseppe De Nava (1858-1924), giurista e politico italiano di primo piano. Nato dal Nobile Francesco ed Elisabetta D’Agostino a Reggio Calabria, qui vi passa gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Studente brillantissimo, dotato di enormi capacità, si laurea ad appena 20 anni in Giurisprudenza nella prestigiosa Università Federico II di Napoli. Prende a esercitare la libera professione con indirizzo giuridico-economico. Risultato vincitore, nel 1893 di un importante concorso pubblico, viene assunto quale referendario presso il Consiglio di Stato.
In questo periodo, a seguito del suo impegno in campo professionale si avvicina a posizioni intellettuali di matrice conservativa, abbandonando le iniziali tendenze vicine alle sinistre liberali. Nel giro di poco tempo le sue indubbie qualità vengono notate da più di un esponente del mondo politico e già tre anni dopo lo ritroviamo con l’incarico prestigioso di capo gabinetto di un imprenditore milanese prestato alla politica, il deputato Giulio Prinetti, esponente della Destra conservatrice che aveva presieduto il dicastero dei Lavori Pubblici nel terzo Governo Rudinì, e che lo vuole membro influente del suo staff, riservandogli il ruolo di membro effettivo del Consiglio delle Miniere, dove si mette ulteriormente in luce acquisendo una grande visibilità politica.
Già l’anno successivo, nel 1897, in occasione della XX° tornata elettorale politica generale, lo troviamo candidato nel collegio di Bagnara Calabra, in luogo di quella naturale di Reggio Calabria per evitare l’incrocio di preferenze con deputato uscente, il liberaldemocratico Biagio Camagna. Elezione dalla quale esce trionfalmente eletto. Un successivo ricorso però lo estromette dal consesso parlamentare per una non preventivata incompatibilità col suo ruolo di Consigliere di Stato. Opta quindi per le dimissioni dal Consiglio di Stato, per vincere a mani basse le successive elezioni suppletive sconfiggendo nettamente il suo avversario, l’ex senatore Carmelo Patamia di Bagnara Calabra, già uomo di fiducia di Garibaldi per il territorio.
L’esperienza precedentemente accumulata col deputato Prinetti si rivela preziosa e da deputato registra lusinghieri successi nel settore dei Lavori Pubblici, in particolare delle ferrovie dove ispira e promuove importanti riforme, nel campo degli ammodernamenti, ottenendo riduzioni tariffarie a favore di categorie meno abbienti. Altra sua decisiva azione la rivolge verso la scuola pubblica favorendo una importante accelerazione alla alfabetizzazione di massa e promuovendo impulsi didattici di grandissima valenza. Questo suo prodigarsi anche verso i territori del suo collegio, gli frutta una trionfale elezione alle successive elezioni generali che lo proietta verso il sottosegretariato agli Affari Interni nel I° Governo Sonnino.
Durante questo periodo promuove una legge a favore della Calabria che sarà fondamentale per gli aiuti che Calabria e Sicilia riceveranno dopo il disastroso terremoto calabro-siculo del 28 Dicembre 1908. Qualche anno dopo, lo troviamo tra i maggiori esponenti che si battono per il suffragio universale che produce un fondamentale emendamento, in senso modernista ottenendo che “…il diritto di voto è esteso a tutti i cittadini maschi di età maggiore di 30 anni, o che, pur minori di 30 anni ma maggiori di 21 anni, paghino una imposta diretta annuale si almeno 19,80 £, o abbiano conseguito la licenze elementare inferiore, oppure abbiano prestato servizio militare allo Stato…” una rivoluzione copernicana che cancella per sempre i privilegi di casta e attenua quelli di censo.
A partire dal 1916, ancora in pieno conflitto mondiale, inaugura una serie ininterrotta di prestigiosi incarichi centrali ministeriali risultando : Ministro dell’Industria prima, e a seguire del Commercio e Lavoro durante il Governo Boselli (Giugno 1915 – Ottobre 1917), Ministro dei Trasporti durante il Governo Orlando (Novembre 1917 – Giugno 1919), Ministro dei Lavori Pubblici prima, e a seguire delle Finanze durante il Governo Nitti ( Luglio 1919 – Maggio 1920), Vice Presidente della Camera dei Deputati (1920), Ministro del Tesoro durante il Governo Bonomi (Luglio 1921 – Febbraio 1922), trovando anche il tempo di partecipare alla conferenza di Pace di Parigi (18 Gennaio 1919 – 21 Gennaio 1920), nelle vesti di uno dei rappresentanti italiani più autorevoli, preparati e competenti. Diviene simpatizzante del movimento fascista e all’indomani della sfiducia al Governo Facta (Febbraio – Ottobre 1922), il suo nome viene sponsorizzato da numerosi esponenti politici nazionali per poter succedergli. Oppone un deciso rifiuto per le nel frattempo aggravatesi condizioni di salute. Per ultimo, il suo nome viene inserito nel “Listone nazionale” per le decisive elezioni politiche del 1924, avendo anche il forte beneplacito del gerarca fascista calabrese Michele Bianchi. La morte lo coglie improvvisamente nella notte del 27 Febbraio 1924, 37 giorni prima dello svolgimento delle ultime elezioni libere prima del ventennio.
L’ultimo atto d’amore per la sua città lo scrive nel testamento, nel quale dispone il lascito della sua villa di famiglia al Comune di Reggio Calabria, unitamente alla sua raccolta di libri e documenti antichi che arricchiranno la Biblioteca Comunale che porta il nome di suo fratello Pietro, nello stesso sito.
Biagio D’Agostino