di Grazia Candido – “Possono togliere le epigrafi, ma nessuno può cancellare la storia”. Apre così l’incontro pubblico svoltosi nel tardo pomeriggio, al piccolo Auditorium di Via Giusti, il dottore Eduardo Lamberti Castronuovo che, insieme all’ex presidente della Provincia Giuseppe Raffa e all’avvocato Aldo Labate, commenta la rimozione dell’epigrafe al Palazzo della Cultura. Presenti consiglieri comunali dell’opposizione, sindaci della Provincia, esponenti politici, membri delle varie associazioni, cittadini, tutti convinti che: “la rimozione è un atto voluto per eliminare il lavoro dei precedenti amministratori”.
Non è voluto mancare all’incontro Vincenzo Crupi, figlio del compianto Pasquino che ribadisce un semplice concetto: “Ognuno scrive la propria storia”.
“È un evento che si commenta da solo, il vilipendio c’è stato non solo per aver tolto la targa, ma anche perché l’hanno chiamata lapide. Il Palazzo della Cultura, nato nel 2016 in seguito all’acquisizione di numerosi dipinti confiscati ad un imprenditore legato alla ‘ndrangheta ed intitolato a Pasquino Crupi, è il simbolo del recupero di un patrimonio restituito alla città – ricorda l’ex assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità Lamberti-Castronuovo, ideatore e anima degli Stati Generali che li menziona per il coinvolgimento di 97 Comuni della Provincia, evento per il quale non si è speso nemmeno un euro -. Un lavoro lungo 4 anni, per raccontare l’arte e la storia di una terra che fa della cultura l’arma più forte della lotta per la legalità”.
Lamberti è un fiume in piena e non può che ricordare all’attuale Amministrazione che “quando è stata messa la targa, era presente il sindaco Falcomatà, ci siamo fatti pure la foto sotto l’epigrafe quindi, non poteva non sapere. Comunque, la rimozione non è un fatto isolato”.
Una cosa è certa per l’ex assessore: “In questa città, la cultura c’ è, c’è stata e, sicuramente, Reggio potrà essere bella e gentile, ma per esserlo veramente, deve scavare nella sua storia e trovare elementi di cultura lasciati da uomini, non solo politici ma amministrativi, che hanno fatto tanti sacrifici per la nostra terra”.
Per l’ex presidente Raffa non vi è alcun dubbio, “non abbiamo avversari politici, al di là delle schermaglie, questa vicenda ha poco di personale. In quella targa potevano pure tagliare la parte finale con i nostri nomi e lasciare il resto del testo. Lo hanno fatto in sordina così come per Piazza del popolo perché pensano che la comunità non colga cosa realmente sta accadendo. Dobbiamo difendere la storia della città, questa è miopia politica – tuona Raffa -. Abbiamo creato un percorso virtuoso e se il sindaco lo avesse continuato, sarebbe uscito un gigante. Invece, hanno pensato di togliere una epigrafe: è la premeditazione di una volgare azione politica. Noi abbiamo lavorato per l’arte, per la cultura, che insulto poteva dare quella targa ad una mostra? – domanda l’ex Presidente di Palazzo Alvaro -. La mediocrità ci preoccupa, qui non c’è un dialogo e poi, è una forma di rispetto ringraziare i predecessori. Ma questi amministratori non hanno avuto nemmeno rispetto per Pasquino Crupi, un intellettuale, acuto cultore di studi letterari, un uomo di sinistra”.
Raffa rincara la dose quando sostiene che “questa è una gomma, non un’amministrazione, cancellano tutto. C’è un disagio umano che si tocca purtroppo, con mano – conclude rammaricato -. Con la legge DelRio, la Città Metropolitana è diventata il bancomat del Comune di Reggio e la cultura si è relegata a feste di piazza. Non si parla qui di cultura, ma di “coltura” perché si curano il proprio orticello per avere un tornaconto elettorale”.