di Grazia Candido – “E’ un Camilleri al 100%. Il lavoro teatrale che mettiamo in scena è sicuramente molto complesso, faticoso, ma lascia soddisfatto chi lo guarda”.
Così Edoardo Siravo, attore di punta ne “Il birraio di Preston”, commedia andata in scena al teatro “Francesco Cilea”, definisce la riduzione teatrale tratta dal romanzo di Andrea Camilleri la cui regia la firma Giuseppe Dipasquale.
“Raccontiamo la Sicilia con i suoi pregi e difetti e il maestro Camilleri ce l’ha resa così com’è – spiega prima di andare in scena Siravo -. Sembra di vedere un po’ tutta l’Italia che si è sicilianizzata: tante cose negative di questa terra del Sud sono esposte da Camilleri con grande senso critico e onestà. Ma non mancano, risvolti positivi ed episodi che rispecchiano la nostra quotidianità”.
Per il grande artista del panorama teatrale nazionale il tempo scorre e mostra i segni sul corpo, ma non nell’anima dove arde l’amore per il teatro, la voglia di calcare quel palco che è sempre fortissima. E se poi “lo fai con amici cari come Mimmo Mignemi e con giovani professionisti come quelli che abbiamo scelto per questa commedia, allora tutto diventa un bellissimo esempio da portare avanti per le nuove generazioni”.
“Il teatro non è un’arte, ma un artigianato e questi ragazzi devono apprendere certe cose da maestri artigiani – aggiunge l’attore -. Sono certo che Camilleri apprezzerebbe questa terza versione perché non l’abbiamo tradito, la sua storia è stata riproposta fedelmente. E’ sempre bello tornare a Reggio Calabria e poi, avete la fortuna di avere la Polis Cultura che mantiene forte il legame con l’arte. Credo che dobbiamo fare più teatro e cultura. La gente va in palestra per curarsi il corpo, curiamo anche l’anima”.