Quando, nel 1951, il Consiglio Direttivo dell’Automobile Club di Reggio Calabria, composto principalmente da sportivi, decise di organizzare il primo Circuito Automobilistico Internazionale “Città di Reggio Calabria”, sembrò un’impresa impossibile ed un’iniziativa azzardata.
Troppe le incombenze e troppi gli ostacoli burocratici da superare. L’Ente-tuttavia – decise per il sì. La “macchina organizzatrice “si mise in movimento. I contatti con i piloti nazionali e stranieri si presero con cautela.
Il Presidente dell’AC RC dell’epoca, dr. Uslenghi, il dr. Antonio Vilardi (Vice Presidente, poi Presidente), il Barone Domenico Nesci (Vice Presidente), il comm. Patamia, il Comm. Benedetti, si “mossero” bene e, comunque, avevano già in casa alcuni assi dell’automobilismo: Il comm. Francesco Siracusa (che diventerà campione italiano su Stanguellini nel 56 e 57 e poi Presidente dell’AC) il B.ne Pasquale Placido (Consigliere dell’AC, e in seguito Presidente AC), Il simpatico e bravo dr. Pasquale Montesano (Consigliere AC ed Imprenditore Reggino, prematuramente scomparso).
Esistevano già i tecnici e i meccanici preparati come il cav. Arcidiacono, il bravo Stefano Canale ed il dinamico Alecci che avevano dimostrato la loro bravura oltre che nelle proprie officine, anche nelle gare di” Bagnara S. Elia “e dell’unica” Gallico – Gambarie”.
Tra i piloti nazionali dell’epoca ricordiamo Musso, figura elegante di pilota oltre che leale avversario in gara, Biondetti, bravo pilota e capace meccanico, Piotti e Bellucci, più volte presenti nelle varie edizioni del Circuito, velocissimi nei rettifili del più bel chilometro d’Italia”.
Tra gli stranieri l’inglese COLIN DAVIS, sempre assediato alla partenza ed all’arrivo da tanti appassionati. Tra questi, presente per motivi di cordiale accoglienza diplomatica, la sig.ra Pelle (sposa del dr. Vilardi) che riportò una vasta bruciatura al polpaccio destro, sfiorato dall’incandescente tubo di scappamento della monoposto del pilota britannico.
L’argentino Alessandro DE TOMMASO, poi “naturalizzato “italiano divenuto il famoso costruttore delle prestigiose vetture “De Tommaso” .
L’americano Colin CHAPMAN che si distingueva, sul circuito, per la sua rombante Lotus bianca.
Negli anni dello sport “romantico” dal 1951 al 1960 si svolsero le edizioni del circuito, sufficienti per “entrare” nel “Libro d’oro dello Sport”.
Reggio visse un’intensa stagione sportiva che continuò, “dopo” con la S.Stefano – Gambarie, corsa di velocità in salita che riservò all’Ente Reggino non poche soddisfazioni.
Ma torniamo ad alcune notazioni sulle varie edizioni del “circuito”.: gara di eccellenza organizzata con tanta fatica ed impegno da tutto lo “staff” dell’ Automobile Club di Reggio Calabria. L’espressione é quanto mai opportuna, perché lo “staff” era costituito da tutto l’Ente reggino, dal Consiglio Direttivo al più umile prestatore d’opera dell’AC RC.
Con i Direttori dell’epoca (dr. Emilio Montemarani e dr. Manfredi Mangialavori) collaboravano tutti i dipendenti dell’Ente che ebbero vari ruoli nelle fasi organizzative, soprattutto il dr. Alfonso Tassitano, il rag. Mezzetti, il giovanissimo e dinamico Antonino Cormaci (ahimè, quanto tempo é passato!)l’onnipresente Salvatore Egiziano e i “tutto fare” fratelli Averna, preziosi ed insostituibili, elementi sia nell’organizzazione che nella vita quotidiana del Sodalizio.
La sede operativa dei “circuito” era la Sede dell’Ente (allora ubicata in via D.Tripepi e poi in Via D’Annunzio, molto vicina all’”autodromo cittadino” che si articolava (come molti lettori ricorderanno) sulle due Vie Marine. La partenza era situata nei pressi dell’attuale stele dedicata al compianto Sindaco di Reggio Calabria prof. Italo Falcomatà, con direzione nord-sud dritto fino alla stazione centrale, quindi attraversamento della piazza Garibaldi, corso Garibaldi fino alla via D. Tripepi e da questa via, costeggiando la Villa Comunale si riprendeva la Via Marina Alta (C.so Vittorio Emanuele) fino a raggiungere la “discesa” XXIV Maggio (vicino all’odierno bar Matteotti), ed ecco a sinistra –dopo pochi metri – l’arrivo davanti alle Tribune sovrastate dalle tante sventolanti bandiere.
I punti più salienti (e fors’anche pericolosi) del circuito furono subito evidenziati da varie verifiche e….. dalle gare. La paglia vicino alla stazione centrale veniva “centrata” con periodicità da quasi tutti i piloti. La curva che da via D.Tripepi porta all’inizio della Via Marina Alta (corso Vitt. Emanuele) poi era addirittura una “debacle” per molti.
Si sistemarono meglio le balle di paglia ed i piloti impararono ad abbordare con più prudenza e con tranquillità il “taglio alla corda” delle varie curve ”migliorate”.
Il Circuito divenne famoso ed ebbe un enorme richiamo e un grande ritorno d’immagine per la Città. Con le sue edizioni, sempre piene di fatica ma entusiasmanti, si conquistò il rispetto di tutto il mondo sportivo nazionale ed internazionale. Diede vita ad un periodo romantico ed affascinante delle corse automobilistiche che dagli addetti ai lavori si estese ad un pubblico sempre più vasto di appassionati e di “tifosi”.
Chi scrive ebbe anche una bella esperienza personale, mettendo a frutto anche le “qualità artistiche” abbozzando i manifesti murali della pubblicità del circuito del 1956 e del 1960 nonché di quello di Modena, a cui partecipò il compianto Comm. Siracusa. Con la “fine“ delle edizioni del Circuito, non più realizzabili a causa delle norme restrittive del Ministero dell’Interno , non cessò lo sport reggino, anzi trovò la forza e la vitalità del suo “staff” sempre convinto ed appassionato, nelle corse di velocità in salita, nelle gare di accelerazione, nei raduni di auto storiche e nelle varie articolazioni dell’uso dell’auto.
Lo sport é agonismo, è vita attiva e per questo, pur rinnovandosi, affascinerà sempre per il coraggio degli uomini e per l’efficienza delle macchine.
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