ITINERARI IN AUTO: alla ricerca della genuinità gastronomica

La nostra provincia, ma senz’altro tutto il territorio calabrese, è ricca non solo di arte e cultura ma di salde tradizioni della collettività dimostratasi, in ogni tempo, tenace, laboriosa e ingegnosa.  Definita “la terra dei miti, della prima civiltà della Magna Grecia, delle tavole di Zaleuco, della religiosità bizantina, dell’Aspromonte, degli ulivi secolari della Piana, del bergamotto e del Gelsomino…” è una terra di grande ospitalità. Il visitatore in auto, alla ricerca di genuinità nelle nostre contrade, ha l’imbarazzo della scelta tra le tante offerte anche nell’ambito culinario e gastronomico.
Alcune di queste “offerte” hanno il carattere dell’unicità come ad esempio: Il bergamotto, le clementine di Calabria, la cipolla di Tropea, il cedro di Cetraro, il limone di Favazzina, la liquirizia del litorale jonico, il peperoncino di Calabria, lo stocco di Cittanova, le arance di Villa S. Giuseppe, il pane di Pellegrina, i salumi, la nduja di Spilinga, i sott’olio di Marcellinara, il Moscato di Reggio, il vino rosso di Pellaro e di Cirò, il vino greco di Gerace e Bianco, il vino “robusto” di Bivongi, la frutta di pasta di mandorle, il torrone di Bagnara, il pesce spada dello stretto, i liquori di S. Giorgio Morgeto…
Descrivendo le qualità e le zone di produzione dei prodotti soprariportati non possiamo non dare la precedenza al “citrus bergamia” ovvero al bergamotto che ha trovato il terreno unico nella provincia di Reggio ed esattamente nella fascia costiera da Villa S. Giovanni a Monasterace.
In nessun altro posto del mondo, malgrado i numerosi tentativi, è stato possibile fare attecchire questo nostro frutto che vanta una quantità di impieghi in vari settori: alimentare, ristorazione, dolciario, farmaceutico ricco com’è di 345 sostanze chimiche salutari, oltre che nel campo delle terapie cardiovascolari.
Il bergamotto viene utilizzato in tutte le sue parti e aggiunge alle sue tante qualità anche le proprietà antisettiche e antinfiammatorie.
Lungo la sopra evidenziata fascia costiera numerose e selezionate aziende coltivano questo frutto meraviglioso e attraverso un Consorzio, rinnovato in strutture nuove e di marketing, viene riproposto in tutto il mondo.
Un altro agrume pregiato (Il Cedro) coltivato nell’alto Tirreno cosentino nella cosidetta riviera dei cedri che comprende Diamante, Tortora e Cetraro è richiesto dalle popolazioni ebraiche per la festa del ”sukkoth”.
I loro antenati nel III secolo A.C. lo coltivavano nelle loro colonie.
Originaria della Turchia e dell’Iran la cipolla di Tropea è stata introdotta, circa duemila anni fa, in Calabria dai Fenici.
Ottenuto il marchio DOP (denominazione di origine protetta) è apprezzata in ogni regione e trova il suo “habitat” ideale nella fascia da Capo Vaticano a Tropea.
Le clementine, frutto ibrido tra il mandarino e l’arancia amara, sono coltivate in tutto il territorio delle 5 provincie calabresi. Ricco di vitamine C e carotene, è divenuto un frutto pregiato ed esportato in tutto il mondo.
Il “limone sfusato” di Favazzina che trova buona dimora nel territorio di Favazzina – Bagnara, ove si coltiva nelle terrazze della costa la pregiata “uva zibizzo” dal gusto unico e gradevole, è un agrume a maturazione precoce, contiene olii essenziali e la sua buccia è la base per la produzione del liquore detto ”limoncello”. Rossano e Corigliano costituiscono il terreno fertile per la produzione della particolare radice della Liquirizia, conosciuta da circa 5.000 anni per la sua versatilità soprattutto nel campo dolciario e come ingrediente alimentare.
Il peperoncino rosso e piccante è stato introdotto dai Saraceni e viene coltivato in tutta la Calabria ed in alcune zone come Spilinga (misto ad altri alimenti) viene confezionato in vasetti di vetro con varie diciture “Porzione esplosiva”, “Inferno”, etc. dovute alla sua consistente dose piccante.
Lo spazio non ci consente di descrivere meglio i prodotti citati ma l’indicazione che abbiamo dato dei luoghi di produzione permette facilmente di raggiungerli in auto.
Buon viaggio!

della Prof.ssa Eleonora Marra