Paolo Messineo, il maestro dell’organetto

La “poesia” nelle movenze delle sue abili dita. Una passione sconfinata verso questo strumento musicale. La dolce melodia di uno splendido organetto che tra le sue mani diviene un qualcosa di unico, irripetibile, irraggiungibile.

Una passione infinita. Una passione trasmessagli dal nonno materno, il grande Vincenzo Fotia, meglio conosciuto come “CeciuFotia”, il “mago” dell’organetto reggino, e non solo.

Grazie agli insegnamenti del nonno ed alla sua innata passione, Paolo Messineo e’ divenuto il “mastro” di questo strumento musicale. Il “professore” dell’organetto.

Già da piccolo, seguendo le orme del nonno, insieme al fratello Vincenzo,

si dilettava a far “ballare” gli amanti della musica folcloristica reggina con le sue performance.

Il “suo” classico suono non poteva che essere influenzato da quello del nonno ovvero dallo stile cosiddetto “mosorrofano” (il nonno era natio di Mosorrofa, frazione collinare di Reggio Calabria). Ma Paolo Messineo, oltre alle “passate” del nonno, ha un proprio stile conosciuto in tutto l’ambiente: quello “arangioto” (Arangea, il rione a pochi passi dall’aeroporto dello Stretto).

Ormai da diversi anni, oltre ad esibirsi in speciali occasioni folcloristiche, Paolo Messineo si diletta ad insegnare e far comprendere i suoni dell’organetto a tutti quei giovani vogliosi di avvicinarsi a questa magnifica musica che sprizza cultura da ogni nota.

“Si -esordisce il maestro Paolo Messineo- dopo aver iniziato nella provincia di Reggio Calabria nella quale continuo, da qualche tempo, mi sto occupando anche dei giovani di Messina, desiderosi di percepire i miei consigli”.

 

Maestro Messineo, diffondere il suono dell’organetto sembra la sua missione …

“Proprio così. Con il Progetto U Sonu mi propongo di tramandare l”amore per la tarantella, approfondendo le varie tipologie di suonate di tutta la provincia reggina”.

Diffondere il progetto “U Sonu”, di certo, non è l’unico obiettivo che si propone?

“Proprio così. Diffondere U Sonu non è il fine ultimo della scuola bensì è la via per mantenere vivo il Genius Loci della nostra terra, per tramandare i valori tradizionali della nostra comunità e perpetrare i riti, sociali e religiosi, che rendono unica la nostra cultura, rafforzando il senso di comunità”.