Ho visto schiavi felici!

Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella

Una giovanissima ragazza passeggia per le vie del paese, a bordo muro, con il suo cagnolino, che tiene per il guinzaglio con la mano sinistra, nella destra invece tiene il cellulare, cammina alternando lo sguardo “cane – cellulare” e viceversa, è sorridente, ogni tanto tira il guinzaglio senza guardare il cane che è costretto, ahimè, a pisciare “disturbato”.

Un ragazzo, nel centro dove lavoro, sparecchia mettendo nel cestino della frutta anche la bottiglia dell’acqua e il formaggio, che con la mano sinistra prenderà per posare in frigo, mentre con la mano destra continua a guardare, sorridente, il suo cellulare.

Mia figlia, otto anni, mi chiama dal bagno “papà, papà mi vieni a pulire?” e me la ritrovo seduta sul water col tablet in mano… più che felice è soddisfatta, “nci voli internet puru nto cacari” , avrebbe detto mio nonno, a modificare il famoso detto dedicato alla “fortuna”.

Una bravissima guidatrice prende la rotatoria di via Lume sorridente, tiene il volante con la mano sinistra mentre con l’altra mano tiene il cellulare attaccato alla bocca, sta mandando un vocale… è felice.

Potrei continuare con altri esempi ma credo che anche voi potreste aggiungerne di storielle, magari più pericolose e che fanno ridere.

Penso anche all’estate da poco arrivata, magari gli “schiavi felici” rinunceranno al tuffo in acqua, pur di non scollegarsi social-mente.

Si può rimanere felicemente oppressi? Si, quando non si riconosce l’oppressore (…Paulo Freire, la pedagogia degli oppressi).

Buona domenica a tutti, anche se un rimprovero al Padreterno lo devo fare: una mano in più, solo per tenere il cellulare? Non potevi prevederla? E una gamba in più? Per prendere a calci “in culo” gli schiavi felici? No?