Siamo alla commedia dell’assurdo.
Provare a cambiare le regole per difendere i propri interessi, d’altronde, è una pratica di uso comune tra coloro che non vivono, realmente, la propria passione al servizio degli altri
La leghista Tilde Minasi e Filippo Pietropaolo di Fratelli d’Italia si autodenunciano dichiarando di aver proposto e votato quello che loro stessi definiscono “privilegio ingiusto e illegittimo”. Fra i firmatari della legge sul nuovo vitalizio ai consiglieri regionali, infatti, compaiono anche i summenzionati Minasi e Pietropaolo che, adesso, informano i Calabresi di aver presentato una proposta per cancellare quella norma. INCREDIBILE!!!
Se ne vergognano, dunque. Sono arrivati a rinnegare loro stessi dopo essere stati beccati con le mani nella marmellata. Firmano, ci fanno sapere, cose che non conoscono. Può la Calabria meritare tanta superficialità e strafottenza? Possono i Calabresi, nel periodo storico più complicato e difficile della storia, essere rappresentati da simili personaggi?
Reggio Civica ha apprezzato che a Palazzo San Giorgio, pur avendo avuto la possibilità di portare l’indennità a compenso normale, il sindaco Falcomatà, la sua giunta e i consiglieri hanno deciso di ridurla del 30% così da non avere, verosimilmente, neanche la possibilità di coprire le spese di
funzione. E’, evidentemente, stata una scelta precisa, consapevole e di responsabilità nei confrontidei nostri concittadini che stanno pagando (di propria tasca), cari e amari, gli sprechi e gli sfarzi degli anni in cui la stessa Minasi sedeva fra i banchi del governo cittadino.
Per noi la differenza sta tutta qui: non possiamo non osservare che c’è chi opera per puro spirito di servizio nei confronti della comunità e chi lo fa in autoconservazione, occupando postazioni,
probabilmente, per ottenere benefici e architettando ogni “arzigogolatura normativa” possibile e, improbabili, giochi di prestigio di bassissima levatura etica. Questo ennesimo atto di tracotanza,
allora, risuona doppiamente come una beffa.
Dunque, invece di lasciarsi andare a goffi dietrofront e a scuse puerili; invece di far finta che si sia trattato di un banale errore di valutazione, se Tilde Minasi e Filippo Pietropaolo avessero un briciolo di dignità e di rispetto per i cittadini, lascerebbero immediatamente il posto che occupano.
Poiché delle due l’una: o non hanno capito cosa stavano firmando (prima) oppure si stanno arrampicando sugli specchi (adesso). Entrambe le cose sono di una gravita eccezionale per degli amministratori regionali.Le dimissioni sono il minimo sindacale per riparare al danno d’immagine prodotto alla nostra Regione ed allo schiaffo lanciato ai calabresi che, quotidianamente, devono fare vere e proprie capriole per poter sbarcare il lunario.
Mentre le imprese Calabresi chiudono e la gente è sul baratro della disperazione, i nostri
consiglieri regionali decidono di dotarsi di una pensione a vita anche con un solo passaggio fra i banchi di palazzo Campanella. Non è accettabile. E’ una vergogna assoluta al pari dell’istituzione della nuova Commissione da 500 mila euro l’anno creata, presumibilmente, per moltiplicare poltronifici e completare lo scacchiere delle prebende che tiene in piedi questa, sgangherata, giunta regionale.
Le Nostre città sono piene d’immondizia per l’incapacità della Regione di gestire i rapporti con gli impianti privati e per la mancanza assoluta di un briciolo d’idee sul ciclo dei rifiuti. E, nel frattempo, questi signori si aumentano i privilegi. Ci vuole una incredibile faccia tosta.
In questo mese in cui l’emergenza rifiuti è andata crescendo, non abbiamo sentito dire una sola parola al consigliere Tilde Minasi, che pure ha ricoperto il ruolo di assessore all’Ambiente nella giunta disciolta del sindaco Demetrio Arena. Oggi, invece, avverte il bisogno di intervenire per provare a mettere una pezza nella, inconcepibile, voragine aperta sulla pazienza dei calabresi. Si dimetta, lo faccia il prima possibile. Lo faccia per il bene dei cittadini.
Il Coordinatore Politico
Giuseppe IELO
I Componenti il Coordinamento
Bruno Toscano
Danilo Spinella