L’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, in una lettera inviata a tutta la comunità diocesana chiarisce alcuni aspetti della vita diocesana durante il tempo di convivenza col Coronavirus.
Carissimi fratelli e sorelle,
Lunedì 18, dopo circa tre mesi di quarantena a causa del coronavirus, riprende il nostro cammino pastorale, pur con tutte le precauzioni e condizionamenti, che la prudenza ci detta per la situazione di pandemia ancora, purtroppo, in atto.
All’inizio di questo terribile e drammatico flagello tanti di voi, a voce e per iscritto, mi hanno chiesto se, questo, fosse un castigo di Dio per punire i nostri peccati e per risvegliare le nostre coscienze ad intraprendere un cammino di conversione.
Ho risposto a tutti, in privato e in interventi pubblici, che nessuno di noi ha il filo diretto con il Padre eterno e può dire quindi, con esattezza, quale possa essere il pensiero di Dio e il suo agire nei confronti dei singoli e della storia umana. Ma ho anche chiarito, senza alcuna esitazione, che a nessuno sarebbe stato lecito immaginare che, dietro il dramma di questa pandemia, avrebbe potuto celarsi il volto di un Dio, terribile e sadico, che utilizzasse la paura o la morte per rimettere in carreggiata i suoi figli, anche qualora questi avessero bisogno di correzione e di conversione. Gesù è venuto a rivelarci il volto di un Dio che è Padre e, per questo, non terrorizza i suoi figli, giocando, quasi, con la loro vita.
Oggi, ribadisco con più convinzione la mia opinione sull’accaduto; però non posso mancare di esortare, me stesso e tutti voi, a dare di ogni avvenimento una lettura di fede, perché è solo così che possiamo trarre frutto da qualunque cosa accada nella nostra vita personale e nella storia di tutti gli uomini.
Alla luce di questa osservazione preliminare vi suggerisco alcuni punti per una ripresa fruttuosa della nostra vita diocesana.
1- I rischi non sono cessati; perciò vi esorto anzitutto ad essere docili alle disposizioni che ci sono state date. Non prendete come gesto di scortesia, la fermezza con la quale dobbiamo curare la prudenza di questo avvio. Il numero dell’accesso dei fedeli in chiesa è limitato a causa del rispetto delle distanze: alla porta delle vostre chiese è esposto un documento redatto dai vostri parroci e ratificato dalla firma del Vicario Generale che precisa questa cosa. Raggiunto quel numero, non può entrare più nessuno, nemmeno una persona.
Il rigore della legge deve essere osservato.
2- Ringraziamo e preghiamo il buon Dio e la Madre della Consolazione per averci preservati dalla tragedia vissuta in altre parti d’Italia. Ringraziamo e preghiamo per chi ha lavorato per prevenire e curare: medici, infermieri, volontari, forze dell’ordine, politici e amministratori.
Preghiamo per quanti sono stati provati dalla malattia, dalla morte di qualche persona cara, dalla ristrettezza economica e forse dalla perdita di lavoro a causa di questa pandemia.
3- In realtà non riprendiamo il cammino da dove l’abbiamo interrotto, perché in questi mesi, anche se in modalità diverse, l’attività pastorale è continuata attraverso i mezzi di comunicazione sociale: è continuata la preghiera, l’annuncio della Parola, la catechesi a piccoli e adulti, i consigli pastorali, le attività di gruppo. Ringrazio tutti voi sacerdoti, catechisti, collaboratori e animatori per aver permesso tutto questo con la vostra disponibilità e il vostro servizio; in particolare ringrazio gli Animatori della cultura e della comunicazione delle nostre parrocchie che, con zelo ed ingegno, si sono occupati di trasmettere in streaming le liturgie celebrate senza concorso di popolo.
4- Un ringraziamento particolare lo rivolgo ai volontari della Caritasper il servizio prestato ai più poveri, mettendo a serio rischio la loro stessa salute.
5- Ringrazio inoltre i nostri uffici diocesani, che hanno saputo sostenere ed organizzare il pur limitato lavoro pastorale e caritativo delle parrocchie. E dopo di loro ringraziamo anche i responsabili dei gruppi ecclesiali, che hanno saputo tenere uniti tutti i loro associati.
6- Il primo passo che dobbiamo fare all’inizio di questo tempo nuovo è quello di non sciupare tutte le sofferenze e le ricchezze accumulate in questi lunghissimi giorni.
In tutte le comunità riunitevi, appena potete, per fare un bilancio delle esperienze fatte e ripartire da questa analisi per correggere ciò che, eventualmente, nel passato, della nostra vita di fede o in comunità non fosse andato bene, e impostare meglio il futuro.
7- Per questa riflessione vi propongo alcuni punti che potrete condividere tra voi e con i vostri sacerdoti:
a-il problema di Dio e della fede, come “chiave” per affrontare i problemi della vita;
b-privazione dell’Eucarestia e riscoperta di essa come evento di grazia per la comunità nel giorno del Signore;
c- la lettura della Parola e la preghiera comune in famiglia;
d- l’opportunità di concedersi più spazio per le relazioni familiari e sociali;
e- la valutazione di ciò che è essenziale e ciò che è secondario nella vita;
f- maggiore attenzione al bene comune;
g -rilancio della solidarietà, che è stata la riscoperta più bella in tutto il tessuto sociale e nazionale;
h- la precarietà della vita e l’apertura all’eternità;
Vi esorto, in particolare, a riconsiderare tutti il valore della nostra fede:
– ponendo al centro Gesù;
– sviluppando il bisogno di sentirsi Chiesa;
– costruendo assieme la comunità, collaborando tutti.
8- Ripartendo, dobbiamo considerare:
a- che alcune attività pastorali sono ancore sospese e rimarranno tali almeno sino a settembre: cresime e prime comunioni; feste patronali e processioni.
b- altre dobbiamo studiare come rilanciarle.
9- Torniamo a guardare con fiducia e speranza al nostro Seminario. I nostri seminaristi, durante questo periodo, hanno preferito – tranne pochi e per esclusive necessità familiari – rimanere, con coraggio, in Seminario assieme ai loro Formatori ed hanno accompagnato, per tenerli vivi, i gruppi che già seguivano in Parrocchia. Adesso dobbiamo guardare alle prossime Ordinazioni, (speriamo a fine giugno) che sono un dono di Dio per la nostra Chiesa, ma anche ai nuovi ingressi che ci facciano guardare con fiducia al futuro.
10- Per ultimo ricordiamo che la ripresa economica sarà difficile. Cercheremo di venire incontro per quel che possiamo, con i soldi dell’8×1000, che voi avete assegnato alla Chiesa Cattolica con la vostra sottoscrizione, per far ripartire alcune piccole realtà in sofferenza economica. I bisogni però sono tanti.
Io propongo altre due iniziative a livello diocesano, già sperimentate:
a- manterremo aperto ancora l’IBAN della Caritas: chi vorrà inviare qualche offerta per aiutare i più bisognosi, potrà farlo in qualsiasi momento;
b- se qualche famiglia volesse adottare una famiglia bisognosa può segnalarlo direttamente a me scrivendo a reggiobovaemergenza@gmail.com. Io vi metterò in contatto con i vostri parroci o con quelli delle famiglie bisognose segnalate, o ancora, qualora ci sarà accordo tra le due famiglie, metterò direttamente in contatto le parti interessate.
Carissimi,
quest’anno non abbiamo potuto lavorare con intensità attorno alle indicazioni pastorali elaborate dopo il convegno di settembre 2019. Il prossimo mese di settembre non ci sarà convengo pastorale e non verranno emanate nuove indicazioni pastorali. Viene confermato, perciò, tutto ciò che era previsto per l’anno che volge al termine: riprendiamo in mano allora le indicazioni di questo anno e ripartiamo con entusiasmo, nell’attesa di individuare le forme più opportune e condivise, per rilanciare quanto ci siamo prefissi ad inizio d’anno, appena potremo discuterne riunendo i Consigli diocesani Pastorale e Presbiterale.
Affidiamoci a Gesù, a Maria, ai nostri santi Protettori e partiamo con fiducia e speranza. Il Signore è con noi e non ci abbandona”.