Reggio Bene Comune lancia una petizione: “Annulliamo il Debito: per rialzarci”

 

 

“Il “Modello Reggio” ha lasciato alla città un disavanzo finanziario strutturale che ci ha condotto inevitabilmente allo stato di “pre-dissesto” giunto grazie al controllo Corte dei Conti (Tribunale dei conti pubblici) e figlio di quelle troppo allegre scelte gestionali.
Con decreto legge n. 174/2012 (convertito con modificazioni ed integrazioni nella legge n. 213 del 7 dicembre 2012) fu introdotto per la prima volta lo strumento di riequilibrio finanziario del “pre-dissesto”.
Una sorta di “salvagente” per gli Enti locali per evitare la dichiarazione del Dissesto di fatto e tutte le sue implicazioni amministrative.
A tutti gli effetti il “pre-dissesto” implica, infatti, le stesse identiche prescrizioni e limitazioni dello stato di Dissesto “di fatto” ma con una enorme differenza sul piano etico e della giustizia sociale: con il “pre-dissesto” a pagare non sono gli Amministratori ritenuti responsabili di quello squilibrio economico ( rispondendo con il proprio patrimonio) bensì i cittadini!
Ecco allora che per coprire per intero i costi di servizi come quelli dei Rifiuti ( con la TaRi) o quelli relativi al “Servizio Idrico Integrato” il Comune applica, da allora, le aliquote al massimo con un aumento stratosferico della pressione tributaria.
Le limitazioni di carattere finanziario in termini di spesa sono quasi asfissianti con un bilancio “blindato” sul mantenimento di servizi essenziali ed un Piano di Rientro trentennale.
Reggio Calabria (Comune capofila della omonima “città metropolitana”) è costretta dunque a far pagare ai propri cittadini i debiti e gli errori amministrativi causati da terzi.
La recente inchiesta “mala gestio” ha inoltre evidenziato l’esistenza di una ipotetica lobby di imprenditori (coinvolti nella gestione di servizi pubblici per conto del Comune) e mafiosi locali che utilizzava il denaro pubblico per interessi privati!
Ci chiediamo dunque, concretamente, a Chi stiamo pagando questi debiti e se sia tollerabile il fatto che a pagarli  siano i cittadini e non, come avviene con la dichiarazione di Dissesto, dagli amministratori protagonisti di questo scempio economico.
Il “pre-dissesto” andrebbe abolito, secondo noi,  perchè è un palliativo che tutela solo i responsabili e condanna ” a priori” l’Ente ad una condizione e a delle prescrizioni che sono fattivamente quelle del Dissesto “di fatto”.
L’emergenza “coronavirus” ha amplificato ed esasperato completamente lo stato di profonda crisi economica e di servizi cittadina già causato dal “pre-dissesto”.
La cittadinanza e gli operatori di settore sono economicamente piegati ad una condizione di precarietà indecorosa che spesso diventa “povertà effettiva“.
Il Comune, con le economie ingessate, non può in alcun modo intervenire con aiuti concreti e consistenti rimanendo vincolato economicamente a quel Piano di Rientro che già da anni ci vuole sull’orlo del precipizio del Dissesto finanziario.
Reggio non può più tollerare questo “prelievo” indebito dalle economie familiari di migliaia di cittadini costretti già da anni a pagare per conto di altri; pagare aziende che, se le indagini dovessero confermarlo, sono anche accusate espressamente di comportamenti criminosi volte ad arrecare un danno oggettivo alla collettività.
Per tali motivi abbiamo lanciato on line una petizione ( sulla piattaforma “Change.org”) attraverso cui chiediamo che il Disavanzo cittadino venga assorbito dallo Stato centrale o che venga annullato il “pre-dissesto” per una palese contraddizione giuridica che, così, diventa solo strumento di “tutela” per criminali finanziari vessando, invece,  la popolazione.
In ogni caso, anche come ” Città Metropolitana”, non è ammissibile che il Comune capofila possa morire economicamente sia come Ente che come tessuto economico locale.
La situazione, già da tempo insostenibile, ormai ha oltrepassato ogni limite di ammissibile tolleranza economica e sociale.
“Reggio Bene Comune” vuole dire basta a questa ingiustizia e fa appello a tutta la città, in ogni suo comparto, per sostenere una battaglia che è comune a tutti; lo dobbiamo al nostro diritto di essere cittadini liberi, ai nostri figli e al nostro Presente orfano ormai di qualsivoglia Futuro.
Chiediamo al Sindaco, in particolare, e finanche ai parlamentari calabresi di farsi carico di questa istanza e rappresentarla al Governo nelle sedi opportune per tirare fuori dal baratro la piccola speranza di rialzarsi.