La plastica che uccide

Uno degli aspetti non più tollerabili causati dallo sversamento dei rifiuti in mare è sicuramente quello legato alle tante morti causate di alcune creature che popolano le acque marine. Animali che si muovono nelle distese del pianeta azzurro ogni giorno cercano di sfuggire ai predatori quanto agli inganni presenti nella vastità del mare.
In questa battaglia giornaliera un’infinità di esseri cerca soprattutto di sopravvivere agli attacchi che l’animale più pericoloso, l’uomo, porta continuamente nel tempo con la consapevolezza di spargere morte tra essi.
Proprio questo atteggiamento di superficialità, privo di alcun senso di civiltà e responsabilità, annovera annualmente un altissimo numero di morti tra le tante specie esistenti in mare provocate in particolar modo dallo sversamento incontrollato della plastica in mare.  Una situazione pessima arrivata a livelli davvero preoccupanti che si riscontra nelle acque marine di tutto il mondo.
Nell’Oceano Pacifico, per l’enorme vastità della sua area grande come più volte la Francia, un concentramento di questi scarti è stato denominato l’Isola della plastica. Ma se gli Oceani non versano in buona salute il nostro mare non è che navighi in acque migliori.  Il Mediterraneo è infatti considerato come uno dei mari più inquinati al mondo.
Secondo alcuni dati emessi dal WWF si stima che ogni anno tra le 150 e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 70 e le 130 mila tonnellate di microplastiche finiscono nei mari d’Europa. Il suo principale serbatoio? Il Mar Mediterraneo.
Nel Mare Nostrum la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti in mare aperto, sui fondali e sulle spiagge e provoca il 90% dei danni alla fauna selvatica marina. A livello globale, sono circa settecento le specie marine minacciate dalla plastica.
E quanto sta accadendo è sotto gli occhi di tutti. Chilometri e chilometri di litorale appaiono sommersi da ogni tipo di oggetto che il mare riversa sulle spiagge. Scenari desolanti che raccontano di come l’elemento mare sia soggetto in maniera incessante a questi continui attacchi derivanti anche da incontrollati gesti incivili.
Il problema della macroplastica, cioè quella che riusciamo facilmente a vedere, affligge il pianeta mare da ormai troppo tempo. Sono rifiuti capaci di portare morte e distruzione anche nelle profondità marine dove riescono ad arrivare grazie alle azioni causate da fattori esterni che li modificano riuscendo così nel tempo, una volta depositatisi sui fondali, a compromettere l’esistenza di interi ecosistemi.
Un killer infido è considerata anche la microplastica, pezzi di plastica inferiore ai 5mm che vengono ingeriti dai pesci che la scambiano per cibo.
Frammenti che una volta ingeriti rimangono nello stomaco dei pesci riuscendo a modificare il normale comportamento delle specie ittiche apportando un senso di sazietà che li induce a non ricercare più nutrimento avviandole così lentamente verso una morte non voluta.
Anche altre affascinanti creature, come le tartarughe cadono negli inganni alimentari provocati dalla plastica scambiando pezzi di buste di plastica come meduse che fluttuano nel mare rimanendo di conseguenza soffocate. Basti pensare che una tartaruga su due rimane vittima di queste trappole e che grazie al lavoro dei Centri di Recupero Tartarughe Marine (CRTM come quello eccellente di Brancaleone) che con i suoi medici, biologi e volontari che profondono assistenza e professionalità e tanto amore verso queste meravigliose creature si riesce a ridurre il numero di mortalità tra esse. Determinante in caso di ritrovamenti di questi rettili in pericolo è senza dubbio l’interessamento di quanti, solcando il mare, si prodigano per prestare loro aiuto.
Salvaguardare il nostro ambiente diventa dunque un obbligo, un dovere morale e soprattutto civile. Tutti si è chiamati a fare la propria parte, dalle istituzioni alle imprese a ogni singolo individuo, per evitare l’accrescere di simili dannose situazioni contro l’ambiente.
Modificare le proprie abitudini o compiere azioni semplici nella vita di tutti i giorni, come il raccogliere anche e soltanto un tappo di plastica, può apparire come una goccia nell’Oceano ma invece può contribuire a determinare un notevole apporto salutare al mondo intero così come al pianeta mare affinché non venga più considerato erroneamente come la più grande discarica esistente e riuscire a regalarci ancora le meraviglie che esso possiede.

Guglielmo Rizzica