Non sempre gli automobilisti assumono medicinali. per le più disparate patologie, con la giusta conoscenza degli effetti collaterali. Diventa di grande importanza avere consapevolezza soprattutto quando – dopo l’assunzione – ci si mette a bordo della propria auto per affrontare un lungo viaggio. Alcuni medicinali, del resto, sviluppano i propri effetti anche per brevi tragitti. Procurano sonnolenza, capogiri, rallentano i riflessi di reazione e predispongono l’incauto automobilista ad una guida disattenta.
Molti studi, esaminati durante il quarantennio di attività in Commissione Ministeriale Patenti, dimostrano che l’assunzione scriteriata di ansiolitici può pregiudicare, in modo sensibile, la capacità di guida.
Rientrano, tuttavia, nella lista dei medicinali da non ingerire prima di mettersi al volante di un auto, non solo i sedativi, gli antidepressivi, gli antinfiammatori, gli antistaminici che possono alterare la prontezza di riflessi e l’abilità nella guida, ma i “cosiddetti” tranquillanti, che meritano un discorso a parte e una più oculata attenzione (con il termine di tranquillanti si indicano due differenti classi di medicinali: da una parte i neurolettici e gli antipsicotici e dall’altra i cosiddetti tranquillanti minori, utilizzati principalmente nel controllo dell’ansia, come le benzodiazepine.)
E allora che fare, bisogna non usare l’auto ? Niente di tutto questo. Occorre Informazione sanitaria oculata. Il farmaco va assunto con consapevole criterio, attenendosi alle istruzioni mediche.
L’Automobile Club d’Italia, a tutela degli interessi degli automobilisti, ha proposto-a suo tempo-agli organi di governo di etichettare i farmaci, che hanno le caratteristiche collaterali suddette, con il simbolo del triangolo con l’auto al centro.
Oltre a proporre al Ministro della Sanità l ‘iniziativa, l’ ACI ha voluto sentire il parere di molti studiosi e medici specialisti.
Tra questi è abbastanza significativo il concetto che espresse il professore Silvio Garattini, docente universitario in chemioterapia e farmacologia, oltre che direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano (l’organizzazione scientifica che opera nel campo della biomedica e che, dal 1963, si occupa della messa a punto di nuovi farmaci e di migliorare quelli già in commercio).
Alla domanda: E’ favorevole all’obbligo per i produttori di farmaci di segnalare sulle confezioni le eventuali problematiche connesse all’assunzione del medicinale? (dall’intervista pubblicata sulla Rivista “L’Automobile“ Organo Ufficiale dell’ACI ) il Prof. Garattini, non solo rispose dichiarandosi assolutamente favorevole ma mise in evidenza che il problema principale dei farmaci, sopra menzionati, è che non diminuiscono la capacità di guida in senso stretto, ma agiscono in modo molto più subdolo in quanto diminuiscono la velocità di reazione davanti ad un evento improvviso, riducendo la cosiddetta “prontezza di riflessi”.
Gli stessi effetti, del resto, e per alcuni aspetti anche più gravi, derivano dall’alcool, droghe e fumo in auto che tolgono parecchia concentrazione alla guida oltre a procurare, a lungo o medio termine, danni irreversibili.Alcuni procurano effetti simili a quelli rilevabili con un tasso alcolemico superiore al limite di 0,5 grammi/litro previsto dal Codice della Strada italiano.
Del resto pochi “pazienti” automobilisti si informano sugli effetti terapeutici o collaterali dei vari farmaci assunti. Le Istruzioni (i cosiddetti” bugiardini” ) incluse nelle confezioni non vengono lette con attenzione dalla gran parte degli assuntori. E spesso non ricordano le raccomandazioni dei loro medici all’atto della prescrizione.
Che fare, per stare tranquilli ? Tenere presenti le raccomandazioni dei medici all’atto della prescrizione e al momento dell’acquisto, in caso di perplessità o dimenticanze, rivolgersi, con fiducia, al farmacista che saprà informare con professionalità.