Eitan: l’amore fa a botte con l’egoismo

Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella

Perché un bambino, che definire altamente “sfortunato” è riduttivo, viene conteso dalla parentela?

Ho sentito parlare d’amore. Per amore, per il suo bene.

Si può amare così? È veramente amore o incosciente egoismo? È amore o dolore? È amore o odio?

Per un paese, l’Italia, dove si è rotta una funivia che ha tolto la vita a diverse persone, e ne ha risparmiata una, solo una, quindi basta Italia, basta italiani, vogliamo noi il superstite, il “trofeo”.

Eitan non è un trofeo. Eitan è un bambino che andrebbe lasciato in pace, andrebbe baciato tutti i giorni per diverse ore, andrebbe supportato nel corpo e nell’anima da persone specializzate, andrebbe incoraggiato ad amare, nonostante tutto, ad amare senza mistificazioni.

Cosa si nasconde dietro quest’apparente amore che porta ad organizzare, seppur alla luce del sole, un rapimento? Trovare disoneste complicità, spendere €42.000 di noleggio volo, eludere i controlli di volo, per sperare cosa? Di impossessarsi di un trofeo? E augurarsi che nessun altro lo reclami? Se vuoi stare con il tuo nipotino, per amore, devi avere soprattutto rispetto, rispetto del suo dolore.

Vuoi stargli vicino? Vieni a trovarlo quando puoi, se non ti è possibile trasferirti definitivamente e soprattutto non avere fretta, è un bambino, devi aspettare che cresca prima di riempirlo della tua verità.

Quante facce ha l’amore, l’amore di nonno, l’amore di zia. Ed io continuo ancora a confidare nell’amore di Dio, di Cristo, di colui che tutto può, di colui che è specializzato in amore, vero.