“I Rave? Ma chi sunnu?”

Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella

Credetemi, non sapevo cosa fossero i Rave party… l’ho appreso in questi giorni, per il continuo parlarne sui social.

Pare che da diversi anni, ma tantissimi anni, migliaia di persone, ripeto persone, di diverse nazionalità, di diverse culture, di diverso orientamento sessuale e religioso, di diversa e unica capacità di “intendere e volere”, si organizzano, di nascosto, precisamente abusivamente, con camper, roulotte, treni e altri mezzi, per incontrarsi e stare tutti insieme un paio di giorni, pure tre o quattro, qualche birretta, due noccioline, un paio di “ruppa” di salsiccia in un panino, qualche sigaretta e tanta ma tanta musica “assordante”…e poi finita la festa, se ne ritornano, alcuni a casa propria, altri non si sa di preciso in quale casa.

In sintesi, organizzano delle feste, una sagra, un festival và. Perché tanto casino per queste feste? Qualcuno s’è lamentato che non ci sono i giochi per i ragazzi, la corsa coi sacchi, i pignateddhi, il tiro alla fune… è vero: giocando s’impara, s’impara che gli uomini hanno bisogno di incontrarsi per comunicare, per relazionarsi.

Ma per fare ciò è necessario percorrere migliaia di chilometri? È necessario tenere la musica alta? Non puoi sentire con la musica alta, non puoi parlare se tieni la birra attaccata alla bocca, non puoi “farti” di polvere bianca e nemmeno di limoncello… se vuoi essere te stesso “h 24” e soprattutto se vuoi conoscere altre persone uniche e originali come te.

Si dice in giro che qualcuno vorrebbe autorizzarle queste relazioni? Sapete perché? Perché limitano la libertà, la libertà di rovinarsi la vita, propria e degli altri.

Buona domenica a tutti, con tante polpette della nonna e un giro di tarantella “ca’ zita”, sotto casa, mi raccomando.