Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella
Oggi domenica delle Palme, la festa che precede la Pasqua. Gesù viene visto come trionfatore, seppur per qualche giorno, si festeggia il suo ingresso a Gerusalemme, in groppa ad un asino.
Il Re dei Re, il Re dei poveri, degli ultimi, degli umili, viene accolto con lo sventolio di rami d’ulivo e di palme.
La colomba (quella vera) che afferra quel ramoscello col becco, diventa simbolo di pace tra gli uomini.
Il Re della pace viene a darci la pace, la sua pace. Il mondo è in continuo cambiamento e siamo stati capaci di trasformare anche la pace… non è più possibile nemmeno imporla, perché non è desiderata da tutti.
La pace lascia spazio alle guerre. E quel benedetto segno col palmo della mano, quella stretta “di palmi” , quel scambiatevi un segno di pace , che ancora ci manca, è diventato un “vuoto, un buco, una distanza”.
Queste strette di palmi, sono oggi strette di morte, sono palmi che stringono armi, sono sanzioni, sono misere follie di potenti e stupidi prototipi di uomini, che hanno disonorato anche l’asinello.
Oggi le palme hanno dimenticato i palmi, non servono a niente le palme se non possono essere sventolate, e per sventolarle ci vogliono le mani, i palmi delle mani pulite.
Ci vogliono le mani e le maniche “mbrazzuliate”. Oggi la colomba pasticcera, insieme all’uovo di cioccolato, ha dimenticato l’altra colomba, e le altre uova.
Le ali fanno la differenza nella vita, fanno la bellezza della vita e finché ci saranno ali e uova di colomba, ci sarà speranza.
Buona domenica delle Palme a tutti.. dai tetti di un triste e giustificato Ugo Foscolo.