Manuel e tanti altri

Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella 

Manuel è stato vittima, l’ennesima vittima di un incidente stradale, la scorsa settimana a Reggio.

Aveva 22 anni e tanta “strada” ancora da fare. Non lo conoscevo, conosco però i suoi genitori.

Non c’è dolore più grande della perdita di un figlio. Non sarà facile per loro continuare a vivere con un continuo e vasto “perché” che li tormentera’ ogni istante.

È ovvio, per chi crede, che la consolazione umana ha dei limiti, ma quella divina farà certamente il suo percorso, nel frattempo la sofferenza sarà padrona.

Si muore giovanissimi per alcuni motivi come la “cattiva” salute, la tossicodipendenza, l’incidente sul lavoro, l’incidente stradale, il suicidio, l’omicidio.

Ognuno di questi motivi è però una forma di consolazione, che serve solo a chi resta, e racchiude una parte di domanda che si snoda tra “è successo e non si poteva fare niente” oppure “è successo e si poteva evitare”.

La stessa cosa, forse, non potranno dirla i genitori di Giulio Regeni o dei tanti scomparsi e non più ritrovati.

Altre forme di consolazione spaziano tra ” adesso è un angelo” e “la strada 106 non è buona, lo dicono tutti”.

In altre mie riflessioni ho fatto riferimento alla bellezza della vita, aggiungendo che bisogna comunque crederci, che bisogna conoscere il perché è bella.

La vita va vissuta, è un continuo cercare e apprezzare, è un continuo fare ed emozionare. La vita è un brivido, è un attimo, è questa, è altro, è amore, è mistero.

Forza e coraggio, guardiamo avanti , e come diceva Eduardo De Filippo: “deve passare la nottata”.