Rizziconi, tutti uniti al fianco di chi ha rotto il silenzio contro la ‘ndrangheta

RIZZICONI – Dalla sala del Consiglio comunale di Rizziconi si è alzato forte un urlo di speranza per un territorio libero, non più giogo mafioso. Per dare un senso all’iniziativa è venuto a Rizziconi, Don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera che nel suo intervento ha espresso solidarietà ad alcuni testimoni di giustizia e giornalisti, presenti nella sala consiliare, finiti nel mirino della ‘ndrangheta. Si è voluto così rafforzare le forme di solidarietà a questi uomini che vivono sotto scorta da anni con la presenza, appunto, di Don Ciotti, lanciando appelli alla ricerca della libertà. «La libertà – ha detto il fondatore di Libera – è la massima espressione della dignità che Dio stesso ha voluto per tutte le persone» ed ha invocato anche «una rivolta delle nostre coscienze, perché solo così si può voltare pagina» ricordando che «si uccide non solo con le armi ma anche impoverendo la società». E’ intervenuto anche il Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri «Ognuno sappia che chi progetta atti di violenza o commette intimidazioni si troverà di fronte tutta la forza dello Stato che reagirà con determinazione». Il Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani ha messo in risalto il ruolo importante che queste persone, i testimoni di giustizia, hanno dato con il contributo significativo nella lotta alla ‘ndrangheta. Mons. Francesco Milito, vescovo della diocesi di Oppido-Palmi ha detto che la chiesa è impegnata a promuovere azioni concrete di contrasto alla ‘ndrangheta. A volere la manifestazione a Rizziconi a supporto dei testimoni di giustizia è stato Don Pino Demasi, referente territoriale di Libera, che ha aperto i lavori. Poi il sindaco di Rizziconi, città ospitante della manifestazione, ha porto i saluti della cittadinanza, quindi hanno dato il loro contributo anche i vertici dell’assemblea dei sindaci della Piana “Città degli Ulivi” Francesco Cosentino e Giuseppe Zampogna. Don Ciotti è tornato a Rizziconi per la terza volta in diciotto anni.

Angelo Giovinazzo