Le riflessioni dell’editore di Angelo Latella
Non so quanti meriti, “aforisticamente” parlando, possa avere il Covid. Di certo, nell’idea filosofica di trarre beneficio anche dalle cose brutte, negative, una profonda riflessione va fatta.
Abbiamo riscoperto la fratellanza e la fraternità? La vicinanza della vicina o del collega? Abbiamo provato l’esperienza di qualcosa che comunque ci segnerà per tutta la vita e diventerà insegnamento per un futuro migliore?
Io oggi vorrei soffermarmi sulla scuola. Credo che mai, come in questi ultimi due anni, si sia parlato così tanto di scuola… Bisognava forse arrivare alla pandemia per chiuderla e per ri-scoprirne il valore?
Didattico e sociale? E parlando francamente, l’aspetto didattico è pur sempre opinabile, perché dipende da più fattori: da tuo figlio, dall’armonia familiare, e non per ultimo dall’insegnante, se è appassionato per il suo lavoro o per il 27 del mese.
Ma in tutto questo caos pandemico, la didattica, ossia “a” con l’acca o senza, è passata inosservata.
E’ prevalsa invece la parte sociale della scuola , che con la DAD, si è ridotta a mera “somministrazione” di dati, e nemmeno per tutti.
Pare che l’unica nota a favore della DAD sia il peso, dello zaino, che fa zero. Una scuola chiusa crea problemi agli studenti, che non entrano in relazioni “sociali”, ai genitori, che hanno problemi di lavoro, alla comunità del futuro, che non può calcolare i danni e quindi progettare positivamente.
Spero si torni presto a valorizzare la scuola nella sua totalità, nella sua bellezza “sociale”, spero ritornino presto gli insegnanti di vita, spero ritornino presto gli alunni del “oggi nda jocamu”, i genitori del “prufissuri, si ssa merita na scorcicoddu, datancilla”.
Buona domenica a tutti.